RISCHI

- Nell'articolo ''Articolo Gambero Rosso -Perchè idroponica'' vengono trattati gli svantaggi legati elevato costo dei sistemi artificiali di coltura: “Negli High Tech e, anche se in misura minore, Medium Tech i costi d'impianto sono elevati e necessitano di personale tecnico specializzato, per controllare il corretto funzionamento dei sistemi. Poi bisogna smaltire, da una parte, i substrati utilizzati o esausti - e questo diventa un problema qualora non si utilizzino substrati di origine organica e/o naturale dall'altra i materiali usati, che con questo tipo di coltivazione sono spesso difficili da riciclare, come la plastica”. Altro punto “critico” è l'esigenza di disporre di acqua di buona qualità (non contaminata e non salina).


- Nel libro ''Idroponica per tutti'' è presente una riflessione sugli svantaggi legati a scelte tecniche critiche: Il primo e più importante svantaggio dell’idroponica è che le piante sono meno salvaguardate dai vostri errori. Il suolo esercita un effetto tampone e dà stabilità all’area che circonda l’apparato radicale: quando il suolo è in condizioni ottimali, i parametri fisici e biologici sono in equilibrio; quando alle piante si somministra troppo concime, una miscela sbagliata o qualcosa che ha un pH inadeguato, i microrganismi presenti negli strati più superficiali del suolo intervengono e, insieme alle proprietà chimiche da esso possedute, contribuiscono a ristabilire l’equilibrio della pianta. Questo accade anche nei sistemi idroponici ma in misura minore. La soluzione nutritiva ha un effetto tampone che riguarda soprattutto il pH ma che certo non è paragonabile a quella del suolo; un banale errore di regolazione del pH può avere conseguenze disastrose, arrivando a distruggervi l’intera coltura in un solo giorno. Nelle coltivazioni idroponiche tutto avviene molto velocemente. Un paragone che mi piace fare è quello tra una macchina da corsa e un’utilitaria: quando si guida una macchina da corsa si va più veloci, però allo stesso tempo si rischiano incidenti più gravi; analogamente, con l’idroponica le piante crescono a vista d’occhio ma, se sbagliate qualcosa, rischiate di ritrovarvele tutte morte nel giro di un’ora. Un altro limite è rappresentato dalla temperatura, che nella zona radicale è ottimale quando è compresa tra i 18 e i 22°C. La temperatura tollerata si spinge fino ai 26°C, oltre i quali la crescita della pianta inizia a rallentare. Intorno ai 35°C si verifica una carenza di ossigeno che uccide le radici e quindi la pianta. Per contrastare il calore esistono delle soluzioni, che vedremo più avanti, ma quello della temperatura rimane un problema non trascurabile soprattutto nelle regioni tropicali e nelle coltivazioni indoor, a causa del grande calore prodotto dalle lampade. Uno svantaggio è anche che non tutte le colture sono compatibili con la tecnologia idroponica. Per quelle che normalmente vengono estratte da sotto terra, come radici e tuberi (patate e carote, per fare un esempio), ci vogliono sistemi specifici. Da considerare è anche l’aspetto economico: una pianta come il grano può crescere bene in idroponica ma sarebbe poco conveniente. La scelta delle colture andrà fatta in base alla zona geografica e al mercato locale.

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